Art à Poche – Arte & Cultura

di Elisa Bochicchio

Per di qua, per di là // Il labirinto della Masone

Il mio ultimo post risale al 7 marzo, sono giustificata, ho dato due esami e ho avuto problemi tecnici visto l’ormai irrisorio spazio rimasto nel mio portatile per caricarci le foto -.-” , ma veniamo a noi; da quando ho scoperto l’esistenza di questo Labirinto ho assillato tutti per andarci, probabilmente perchè sono ossessionata dalla cara Alice in Wonderland e dalle sue avventure, così un giorno ci siamo avventurati alla volta di Fontanellato per visitare il sommo labirinto di Franco Maria Ricci.

Devo dire che forse la giornata grigia che ci ha accolti non ha giovato, ma il suddetto labirinto mi ha abbastanza delusa, l’idea è bellissima e visto dall’alto è un capolavoro non c’è che dire, ma, naturalmente, quando ti addentri non te ne rendi conto e stonano visivamente i pavimenti in cemento e le siepi fatte di canne di bambù e non quelle fitte fitte fitte che piacciono tanto agli amanti di Alice.

All’ingresso ci hanno consegnato un adesivo con un numero di telefono sopra dicendoci di chiamare nel caso ci fossimo persi. Altro punto un po’ a sfavore è che, a parte i cartelli con i numeri per chi si è perso, all’interno non c’è niente di niente, nè una statua, qualche fiore, un’aiuola, qualsiasi cosa sarebbe andata bene per spezzare la monotonia di quelle canne di bambù, se vogliamo aggiungerci che non abbiamo nemmeno avuto il gusto di perderci e farci recuperare…bah resto perplessa, perchè il posto ha del potenziale non sfruttato e anche la piramide al centro del percorso mi inquieta con quel suo non-so-che di massonico tanto che mi aspetto di vedere Tom Cruise mascherato da un momento all’altro comparire da dietro una siepe.

Nel biglietto d’ingresso è compresa anche la visita alla collezione di FMR, una bellissima collezione devo dire, con cere anatomiche, tavole macabre quanto piace a me e si…Lei, la somma Enciclopedia degli illuministi!!!! Non ci potevo credere eppure era lì davanti a me, insieme a meravigliose teste doloranti di Wildt *-*

Dopo il labirinto ci siamo diretti alla volta della Rocca di Fontanellato, perchè io volevo assolutamente vedere la camera ottica che compare nel film di Bertolucci, devo ringraziare la mia testardaggine perchè n’è valsa la pena, dalla stanzetta in cui è posta la camera ottica si può vedere cosa avviene all’esterno in tempo reale, è davvero pazzesco se pensate all’epoca in cui è stata posta (1800 circa a detta della guida che ci accompagnava) e non ha alcuno scopo difensivo, solo quello di stalkerare bellamente i passanti senza essere visti…Geniale!

All’interno della rocca c’è, poi, la sala più bella, quella affrescata da Parmigianino, una stanza di raccoglimento per la signora San Vitale, nella quale struggersi per il dolore della perdita del figlio; sulle pareti viene raccontata la storia di Atteone e Diana, tratta dalle metamorfosi di Ovidio; in questo caso il cacciatore sbranato dai propri cani dopo essere stato trasformato in un cervo è la stessa signora di Fontanellato, dilaniata dal dolore. A confermare questa interpretazione c’è anche l’immagine di Cerere,la dea dello scorrere delle stagioni, anch’essa colpita dalla perdita della figlia Proserpina, costretta a vivere sei mesi nell’Ade e solo i restanti ricongiunta alla propria madre.

Stay tuned per il prossimo post sul mio weekend a Milano, tra gatti, mostre e chiese sconsacrate <3

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